martedì 18 agosto 2009

Quintino Sella al Felik

Con la macchina abbiamo raggiunto Stafal, una frazione di Gressoney la Trinitè, dove partono gli impianti di risalita per il colle Bettaforca, spartiacque tra questa valle e quella d'Ayas. (In foto la partenza dell'ultimo impianto di risalita per il colle).


Sul colle l'altimetro segna  quota 2672 m. Bene, si parte! Il primo tratto di sentiero ci consente di individuare tra le rocce il rifugio Quintino Sella 900 m più in alto. Il paesaggio è da favola. Le sommità dei Breithorn, del Polluce e del Castore sembrano indicarci la via da seguire.


Il sentiero è molto semplice fino a quota 3300 m in cui l'altitudine e alcuni passaggi esposti possono creare qualche difficoltà a coloro non fossero abituati. Nei tratti più pericolosi sono state piazzate delle corde fisse a cui tenersi in caso di difficoltà.


La foto qua sotto forse non mostra fedelmente i burroni ai lati della traccia, ma vi assicuro che passarci sopra è molto...emozionante!



Ecco il tratto di corda fissa visto dall'alto...


Ma finalmente la corda finisce e la meta inizia a essere a pochi passi. Oltre al rifugio (3585 m) iniziano le nevi perenni e noi (per questa volta) ci accontentiamo di fermarci qui.


Il panorama da questa terrazza naturale è imponente. In fronte dominano Emilius, Gran Paradiso e Grivola, separati dal massiccio del Monte Bianco dalla distesa ghiacciata del Rutor. Per ultimo ecco spuntare il Cervino, lo "scoglio più nobile d'Europa"(nella foto sotto si scorge la sommità alla mia destra).


Altre foto dal rifugio...



Come ogni volta arriva il momento del ritorno, in cui approffitto della calma per immortalare altri scatti.


Il ritorno non comporta grosse difficoltà rispetto all'andata anche se dobbiamo sbrigarci prima che chiudano la seggiovia! Prima di ricominciare a scendere mi fermo per inalare un'ultima boccata d'aria del Rosa.


lunedì 20 luglio 2009

Una due giorni per il Tour!

Ecco la sfacchinata che tre ragazzi sono disposti a fare per vedere la Grande Boucle.

 GIORNO 1
Siamo partiti (in auto) da Alba al mattino presto in modo da arrivare per la colazione a Sampeyre in valle Varaita. 


Ripartiti abbiamo scalato (molto agilmente) il colle dell'Agnello 2748 m per entrare in Francia alla volta della più importante corsa ciclistica al mondo!


Nonostante il freddo vento siamo riusciti a intravedere un supereroe...


Tutti in macchina...il Qubo riparte dobbiamo scendere a Château Queyras per raggiungere una strada che ha visto trionfare Coppi ed è diventata monumento del ciclismo: la strada verso il Col d'Izoard 2361 m. La salita è tutta nel bosco fino a quando il paesaggio diventa lunare...Benvenuti sulla Caisse Déserte!


Un chilometro più avanti ed ecco il colle, come al solito pieno di ciclisti e centauri. Noi, di nuovi fermi; la foto è d'obbligo!


 Nelle prossime foto la picchiata su Briançon e alcuni sprazzi di natura immortalata da Crede....



La discesa è stupenda (vi garantisco che in moto è ancora meglio!) e arrivati nella città più alta d'Europa svoltiamo verso l'Ovest, verso Grenoble e l'interno della Francia. Le foto della strada parlano da sole...

 

Sopra è inquadrato il Col du Lautaret e il massiccio della Barre des Ecrins (il primo 4000 delle Alpi partendo da Ovest). La strada del più famoso Col du Galibier, collega due colli, questo in foto e quello du Télégraphe; quindi possiamo dire che ne percorriamo tre in uno. Durante l'ascesa ci prendono i crampi allo stomaco e decidiamo di pranzare (e bere il Lambrusco di don Camillo!).

 

Naturalmente immersi nella natura!


Alla vetta mancano pochi chilometri...


Non descrivo nemmeno la foto, mi sembra banale. Et voilà Col du Galibier 2640 m!
L'ennesima discesa fa precipitare i miei compagni in un sonno profondo con le note dei Coldplay e io mi godo lo scenario, completamente diverso dall'altro versante. I due ritornaranno attivi nei pressi di Lanslebourg,  sotto il rock degli U2! Il Qubo ci tira nuovamente su da un salitone verso il Col de l'Iseran 2770 m con vista sulle Levanne.

 


Sul colle un gentile uomo in kilt (nonostante il forte vento) ha provato invano a farci una foto con la camera digitale: al primo tentativo si è fotografato un occhio, mentre al secondo ha tagliato la scritta del colle...Abbiamo quindi cercato un nuovo fotografo...Ecco il risultato.


17 chilometri di discesa "tecnica" verso Val d'Isere...Merenda (salame comprato alle bancarelle) e via per l'ultimo colle!


Dimenticavo: subito dopo il paese c'è un grosso lago artificiale sopra il quale sorge l'abitato di Tignes, che con Val d'Isere costituisce il comprensorio sciistico Espace Killy, in cui si puo praticare anche in estate!


La salita per il Piccolo San Bernardo, che ci riporterà in Italia inizia alle porte di Bourg Saint Maurice, dove domani finirà la tappa. Da qui il percorso passa, prima della sommità, a La Rosière, altra nota località sciistica. Sulla salita il giallo è ovunque; camper e tende coprono i prati a bordo della strada...E' uno spettacolo!
Arrivati in cima piazziamo la tenda, ceniamo e cerchiamo nel Genepy un rimedio contro il freddo!


Poi tutti a nanna...




GIORNO 2
Finalmente è tutto pronto, siamo tesi più noi degli stessi corridori (tranne il biondo che non apprezza gli sport di fatica...). Foto di rito sotto il traguardo...


...Passaggio carovana, scritte sull'asfalto....


...E finalmente arrivano...
Tra i primi c'è la maglia a pois Franco Pellizzotti, il delfno di Bibione, che sta attaccando dalla salita del Gran San Bernardo, poi tutti gli altri e anche il vecchio Lance!


E altri supereroi "delle due ruote".


Smontata la tenda ripartiamo per Alba data la molta distanza.
La Val d'Aosta e il Dente del Gigante ci salutano così:

 

IL TUTTO IN VIDEO... CON I COLDPLAY IN YELLOW (naturalmente)...

domenica 19 luglio 2009

Il Matto

Gita del C.A.I. di Alba alla Cima Est del Monte Matto. 

L'escursione partiva dal rifugio Dante Livio Bianco (Valle Gesso), raggiunto il giorno precedente, in cui abbiamo pernottato.


 Ecco la vista del Monte Matto dai 1882 m del rifugio.


Dal rifugio si sale verso il Lago Soprano di Sella 2329 m.


Qui si svolta a sinistra, si attraversa il torrente e si continua fino a quota 2456 m, dove si lascia il sentiero per seguire una traccia che sale affiancando i Laghi del Matto.



Passato il tratto dei laghetti non manca più molto alla cima e alla meravigliosa visuale sull'arco alpino, oltre che sulla vicinissima Serra dell'Argentera.


Eccola l'Argentera...


...quello laggiù in fondo è il lago del rifugio...lo ricordavo più grande...boh!


E per finire le altre cime del Matto.


Poi siamo dovuti tornare giù (purtroppo!)...ma non prima di un'ultima foto con papà!