mercoledì 19 marzo 2014

Monte Cervet

Oggi la meta è il Monte Cervet, punta della Valle Maira, alta 2984 m, salendo dal versante di Lausetto, 1476 m più in basso della vetta.
Eccola la chiesetta della borgata, subito dopo aver messo gli sci.


La giornata è caldissima, da maniche corte e pantaloni leggeri, ovviamente non presi.
Le foto scattate con la GoPro, prestatami da Batta, hanno in comune un dito che spunta da qualche parte. Purtroppo lo si vede solo arrivati a casa...
Le prime rampe seguono una stradina innevata, che taglia con uno zig zag, un pendio ormai povero di neve.


Fino a questo ripido e corto canalino che ci porta ad uscire sul vallone soprastante.


Un #SELFIE di Paolo prima di continuare con la salita.


Qui l'orizzonte si apre un po' di più lasciandoci vedere la nostra (lontana) meta.


Mentre tutti gli altri scialpinisti restano a sinistra, nella parte più bassa, noi risaliamo questo spartiacque, su cui sono piantati dei paletti, utili in caso di poca visibilità.


Il posto è molto bello. Davanti a me il Cervet e nella foto sotto una piccola baita e il Chersogno.



La temperatura è alta e il tè portato nel termos non attira molto. Purtroppo però l'acqua non tarderà a finire.


Attraversato questo tratto in falsopiano, l'inclinazione aumenta.



La traccia inizia a fare più curve. Anche la fatica inizia a farsi sentire.



Alle nostre spalle il falsopiano appena superato.


Negli occhi, invece, il ripido pendio che porta al Colle Cervet 2861 m. Vedo le persone davanti a noi salire sempre più piano, colpa delle numerose curve da fare per evitare le pendenze maggiori.


Tra una sosta e l'altra proseguiamo. Caldo, sete e uno zaino non leggerissimo esauriscono le mie forze.



Passiamo anche ai margini di una valanga scesa tempo prima.


Sembra mancare poco... Sembra.


Più salgo più il panorama attorno si amplia. Cerco di non pensare alla fatica guardandomi attorno.


Alla sinistra del colle si sporgono delle evidenti cornici.


Una volta raggiuntolo, ci colpisce un venticello freddo che risale dal versante di Chiappera. Mi infilo subito un giubbino.


Da qui in avanti è un calvario per me. Sono già quasi 1400, i metri di dislivello superati e non ho più forze. Risalgo pian piano verso la vetta ma a pochi metri da lei mi fermo. Spero di ritrovar le forze e ripartire, ma sono completamente svuotato. Mi accascio su una roccetta libera dalla neve e aspetto.


Fortunatamente almeno Paolo arriva in cima, e dalle foto posso vedere cosa mi son perso.



A Ovest i Chambeyron dominano le altre vette.


La piccola punta, raggiungibile senza sci, per via della neve che comincia a mancare.


Dopo un tempo indeterminato, e un aspirina offertami da un ragazzo, che ringrazio, recupero un po' di forze, e ne approfitto quindi per scendere.



Non sono in grande forma, ma mi impegno al massimo vista la possibilità di girare video con la telecamerina.


Finisco nuovamente la benzina. Non riesco a fare una sequenza di curve senza buttarmi a terra.


La pazienza di Paolo e un riposino su un masso, mi aiutano a riprendermi quasi del tutto e a continuare fino in fondo.
Arrivato al parcheggio avrei voluto essere a quegli ultimi 50-60 m che mi sono mancati dalla croce, visto che mi sentivo bene.
E' sempre un grosso dispiacere mancare la vetta, ma rimane comunque quel poco di esperienza in più da tenere a memoria per le volte future.

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