domenica 1 giugno 2014

Rocca la Meja - Canale NNO

Un progetto che da tempo speravo di portare a termine...


Partiamo dall'inizio.
A lavoro vengo a sapere che il corso di alpinismo della scuola Alpi Ovest, la scorsa domenica è salito da qui. Giro le informazioni a Flavio e in un batter d'occhio si aggiungono Ilvo, Marco e Giovanni.
E' mattina presto quando ci incamminiamo dalle grange Selvest a quota 1666 m, poco oltre l'abitato di Preit.
Dopo pochi tornanti della strada sterrata, il Canale del Cassorso appare così.


Un ora per portarci sotto la montagna e 600 m di dislivello lasciati alle spalle.
Dietro Marco si innalza la bastionata della Rocca.


Iniziamo a calpestare il suolo bianco sotto le pendici della montagna. Il conoide che risale verso il nostro canalino si trova nella metà di destra della foto sotto, quasi tutto in ombra.


Come ogni volta quando spunta lui non posso resistere a non fargli una foto.
Attira lo sguardo come farebbe una calamita con il ferro.


Sotto il primo tratto ripido ci fermiamo per cambiare assetto. Ramponi ai piedi, picca in mano e imbrago indosso pronto all'uso.


Qui la pendenza aumenta molto. Una faticaccia per i polpacci, che fanno leva sulla punta del piede per progredire. Fortunatamente le condizioni della neve sono ottime.


La mia traccia è seguita da Flavio, Marco e poco più dietro da Ilvo e Giovanni.


Siamo all'imbocco del canale, con la caratteristica roccia posta al centro. Un corridoio di neve stretto e con pendenze fino a 45°.


Ogni tanto, con la scusa di far foto, faccio riposare le gambe.


Marco supera l'ostacolo...


... poi passo io.


Ilvo fa cù cù all'imbocco della strettoia.


Raggiungo Marco all'uscita del canalino, una rampa che punta al cielo.


Nella foto sotto Ilvo e Giovanni stanno risalendo l'ultimo tratto, proprio nel centro della traiettoria di una vecchia valanga.



Oltre arriva il tratto più ripido. Una pendio di 50° da risalire verso il Sole (nella foto sotto), superando anche delle roccette che si alternano alla neve.


Ecco il tratto appena descritto, visto dall'alto.


Il terzetto risale con il pianoro della Gardetta sullo sfondo. La salita è stupenda e l'entusiasmo ci accompagna passo dopo passo.


L'alpinista più stiloso (come ama definirsi) non rifiuta mai di mettersi in posa per uno scatto.


Intanto Flavio studia le prossime mosse, di facile arrampicata, per superare il risalto roccioso.


Tocca a Giovanni far stridere i ramponi sulla roccia.


Finalmente la croce di vetta. Noi, però, continuiamo verso sinistra per raggirare queste ripide pareti verticali.


Siamo ad un breve ma esposto traverso, che anticipa la cresta finale.


Volare... oh oh...


Ultimi passi sul filo di cresta e poi...


Il meritato riposo!!!!


Io torno qualche metro indietro per far due foto... alla cresta...


... e al colletto di neve sul quale eravamo pochi minuti prima.


4 ore di fatica per uno scatto. Rocca la Meja 2831 m!


All'arrivo manca ancora tutta la discesa, che segue il canalino della normale, ormai baciato dal Sole, nel quale la neve non ha più la solida consistenza di quella toccata in salita.


Prima rampa, sopra lo sbarramento di metà canale.


Seconda rampa che termina con la fine della neve.


Qui vista dal basso.


Usciti dal ripido e dalla neve, torniamo a infilare l'attrezzatura nello zaino.


Adesso è solo più un lunghissimo spostamento sotto le impressionanti pareti della Meja. Pietraie, nevai e nuovamente pietraie. Infinito. Ritornati sul sentiero percorso al mattino possiamo definitivamente rilassarci.


Ancora una giornata super di alpinismo, condivisa con un bel gruppo e in un ambiente sempre affascinante.

Il vero finale della giornata lo divoriamo (seduti ad un tavolo) alla Fiera degli Acciugai di Dronero. Birra, Farinata e bagnetti vari per ricaricare le batterie.

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