sabato 6 giugno 2015

Rocca Castello - via Sigismondi

Rocca Castello - 2453 m
- via Sigismondi -
Difficoltà AD


Ancora una volta a guardarla...
Da qua sotto sembra impossibile poter salire fin lassù, in cima a quelle pareti verticali, che attaccheremo tra pochi minuti, giusto il tempo di arrivare a Colle Greguri 2310 m.

Dal colle la via appare così:


Parte Paolo sul primo tiro, che sale dritto per dritto da dove termina il sentiero.


La via non è molto impegnativa, dal punto di vista tecnico e comincia con un muro ripido e ben ammanigliato (III-II). S1 si trova su un terrazzino dopo una quarantina di metri.


Il mio secondo tiro è molto breve e mi porta all'inizio della grande cengia che divide la parte superiore dalla base della parete.  Da qui tocca al mio socio trovare dove prosegue la via. Un diedro lo guida oltre la cengia.


Il quarto tiro tocca nuovamente a me (II-III). Con questa lunghezza arriverò fino alla cresta che caratterizza l'itinerario.


Prima di raggiungere la sosta, si deve però, superare un passaggio, che richiede un piccola spaccata con le gambe (per me, poco elastico, enorme), prima di uscire verso sinistra (III+).


Sotto sono alla "spaccata".


Dopo di me tocca a Paolo risalire lo stretto camino, caratterizzato da una fessura che fa passare l'aria del versante opposto, come una finestrella sulla parete Ovest.


In sosta.


Nel tiro seguente, dopo pochi passi, si inizia a cavalcar la cresta (II+). Trovarsi su una linea sottile, con il vuoto a fianco, sui due lati, mi fa sentire più equilibrista che alpinista.


La corda continua a scorrere, legata al primo.



Dalla sosta il compagno mi urla che posso partire io.


Ecco il vuoto di cui dicevo prima.


La Gopro montata sul casco filma il passaggio.


Dopo il mio turno da primo, scatto una foto alla cresta appena superata...


...e a quella che ci rimane.


Intanto Paolino l'Alpino mi raggiunge.



Altro cambio al comando, per l'ultima lunghezza di corda, quella che ci porterà sulla vetta.


Vetta, incredibilmente larga e piatta. Dopo la verticalità di prima, posso rilassarmi un po'.



Foto di cordata, e si riparte con le discese in corda doppia verso la base della rocca.


Prima Paolo, poi io.


La secondo sosta da cui ci caliamo. Un cavo d'acciaio attorno ad uno speroncino roccioso.


Il sentiero giù in fondo, diventa man mano più grande!


Sulla via c'è altra gente che sta salendo, dove siamo passati poco fa.


Purtroppo su questo terreno così poco uniforme si corre un rischio in discesa: l'incastrarsi delle corde, che non scorrono più tirandole da sotto. Ovviamente anche a noi (cioè a Paolo), tocca perdere un po' di tempo e risalire di qualche metro, per rimettere la situazione a posto.


Prima di raggiungere l'ultima sosta, dalla cengia al fondo, bisogna spostarsi orizzontalmente di un centinaio di metri, che richiedono molta prudenza. Poi è una calata nel vuoto vero e proprio!


Dai prati sottostanti inizio a scattar foto alla natura che ci circonda.



Ultimo sguardo alle spalle. Poi si torna a casa.


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