sabato 16 luglio 2016

Piramide Vincent

In previsione di una futura salita sul Monviso, Crede ed io cerchiamo di mettere un po' di benzina e "quota" nelle gambe. Insieme a Flavio partiamo, quindi, alla volta della Piramide Vincent, 4215 m.


Usciti dalla funivia di Punta Indren, 3275 m, ci incamminiamo sul Ghiacciaio di Indren, fino alla fascia rocciosa che lo divide dal soprastante Ghiacciaio di Garstlet. Essendo tracciatissimo evitiamo, per ora, di usare i ramponi.
Superato il tratto di corde fisse, cambiamo l'assetto.


La giornata è spaziale. Non fa freddo e non si vedono nuvole da nessuna parte. Pure il Monviso è perfettamente visibile e lo sarà per il resto della giornata.
Intanto sbuca, a sinistra, la sagoma scura della Capanna Gnifetti, 3647 m.


Cordata: io, Crede e Flavio. Dietro di lui, molto più in basso, il Lago del Gabiet.


Il paesaggio qui è veramente glaciale e severo. Seracchi, crepacci e grandi pareti bianche delimitano la nostra visuale. Non fosse per la coda di alpinisti sulla traccia per la Capanna Margherita, 4554 m, questo luogo sembrerebbe molto più selvaggio e inospitale.


Ecco la marea di persone che si prepara, alle nostre spalle.


Invece, davanti a noi, possiamo fare conoscenza con la piramide, che però saliremo dalla via normale, sul versante opposto rispetto a quello inquadrato.



Sul Ghiacciaio del Lys, dove ci troviamo ora, saliamo veloci. Nonostante Crede continui a farsi problemi sulla sua tenuta fisica, superiamo tutte le cordate che abbiamo davanti.


Inizia ad alzarsi un po' di vento... Un po' tanto, in effetti, che alza questa neve finissima e gelida sulle nostre facce.


I grandi seracchi della Vincent. Meglio togliersi in fretta da qua sotto.



Dopo aver deviato dalla traccia per la Margherita, passiamo sotto il Balmenhorn, con la statua del Cristo delle Vette ed il Bivacco Giordano, a 4167 m. Alla sua destra, il Corno Nero, 4322 m. Il vento non cala.


Per la nostra meta mancano solo più pochi metri, che a questa quota iniziano a farsi sentire.


Breve sosta per infilare l'antivento e si riparte per l'ultimo strappo.


Un'altra cordata che sale verso la Vincent e sullo sfondo la clamorosa parete che scende dalla Parrot, 4436 m


In lontananza il Monte Bianco, con tutti i 4000 del massiccio e il Grand Combin, 4314 m. Più vicino il Castore, 4221 m, con la sua lunga cresta.


Ormai in cima, mi giro verso il Lyskamm Orientale, 4527 m.


4215 m, cioè vetta!!
Il primo 4000 per Crede ed il decimo per me. Il tutto in sole 2 ore e 30!



Iniziamo a scendere, con lo sguardo ancora rivolto verso la parete della Parrot.


Tornati sul Ghiacciaio del Lys ci immettiamo nuovamente nel traccione autostradale che lo percorre.
Sempre sotto le imponenti sagome dei Lyskamm, col loro Naso, 4272 m.


Ultimi metri, poi tutti a pranzo al Rifugio Mantova, dove i miei genitori ci stanno aspettando.


2 commenti:

  1. Mi sto guardando un po'per volta le vostre imprese. Che brividi a vedere queste arrampicate e certi spettacoli della natura .
    Ci vuole di sicuro un bel fegato ma ciò che mi ha colpito oltre le foto super , sono le parole espresse nel cogliere l'attimo irripetibile .
    Ciao da una Torinese in Val D'Aosta da un po' di tempo. Ros

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    1. Grazie Ros. Quando ci si trova immersi in certi luoghi, le foto e le parole per raccontarli sono solo una descrizione. La poesia è ciò che vedono gli occhi prima, quando ci si ferma ad alzare lo sguardo.

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