martedì 2 agosto 2016

Alphubel - Cresta Sud-Est (Eisnase)

Alphubel - 4206 m
- Cresta Sud Est -
Difficoltà PD+ 45°

Di nuovo in alta quota, ma oggi in Svizzera, a Saas Fee. Quindi partenza ad orario vergognoso, ma sono in ferie...
Dopo la lenta e lunga coda di sciatori agli impianti (72 euro di biglietto non giustificati da strutture così vecchie e brutte), due cabinovie più il Metro Alpin, ci depositano ai 3456 m della stazione Mittelallalin, dove usciamo sul ghiacciaio.
La valle di Saas, Saastal, conta più di 10 vette che superano i 4000 m di altitudine. Nella foto sotto si vedono i rocciosi Mischabel, ovvero Täschorn, 4491 m, Dom, 4545 m e Lenzspitze, 4294 m.  


Fissando il più bianco Alphubel, 4206 m, ancora lontano, ci dividiamo dalla massa di sciatori, che sfruttano le ore del mattino per qualche discesa sul ghiacciaio.


Davanti a noi il più "veloce" 4000 della zona, l'Allalinhorn, 4027 m, dove si concentra la maggior parte degli alpinisti, proprio per questa sua caratteristica.


Primi passi sul ghiacciaio vero e proprio, che scende dal Feejoch, 3826 m, con i suoi seracchi, che ci fanno stare un po' in allerta. Mi rassicura il fatto che ogni giorno su queste tracce passino decine e decine di persone.


Alle mie spalle, le piste da sci e la stazione Mittelallalin.


Il traccione che stiamo seguendo porta dritti verso una serie di crepacci e seracchi. Non solo, ma ci passerà proprio nel mezzo.


Passiamo rapidi e senza far soste.


Il contrasto del Sole con le nuvole nere, dietro la mole dell'Allalinhorn. Purtroppo per noi saranno le nuvole ad avere la meglio durante la giornata.


Siamo ormai a pochi metri dalla cresta rocciosa che caratterizza la salita da Sud Est della "nostra" montagna, che ancora si intravede. Quelle più indietro sono già nascoste nel denso strato grigio.


Danilo al Feejoch e dietro di lui le pedate di chi ci ha preceduti questa mattina.


Da qui la vista si apre ulteriormente su altre punte, come lo Strahlhorn, 4190 m e il Rimpfishhorn, 4199 m.


Iniziamo la sottile cresta, un po' nevosa e un po' sfasciumosa, che porta al Feekopf, 3888 m, il più alto degli speroni rocciosi.


Il tempo cambia e diventa sempre più brutto. Gli alpinisti continuano il loro andirivieni dall'Allalin.


Pure le vette del Rosa ed il Cervino hanno la testa nelle nuvole. Uno strato, quello grigio, che sembra appiattito sui 4000 m.


Sempre in conserva, ma senza ramponi, saliamo la facile cresta. Unica difficoltà è il terreno, instabile e, a tratti, bagnato da qualche gocciolina scesa poco prima. Basta il passaggio della corda a far muovere pietre e sassi.


Sotto al Feekopf, ultimo baluardo roccioso, prima di tornare sul ghiaccio.



La parete di sfasciumi scende ripida sul Melligletscher.


Torniamo ramponati e piccozzati, pronti per scendere verso l'Alphubeljoch, 3782 m, un centinaio di metri più in basso.


In questo tratto arriva anche la traccia che sale dalla Täschhütte. Noi siamo diretti all'Eisnose, prima, e alla vetta, poi. 


Arrivati ai piedi della montagna, si risale la cresta in basso e la ripida parete, 45°, più in alto.


Ormai siamo totalmente nelle nuvole. Fortuna che il mio casco si nota bene anche con questo tempo.


Superati gli ultimi ripidi metri, la cima spiana e in pochi minuti siamo al "bastone di vetta".


4206 m, e mio undicesimo 4000.


Foto di cordata e subito a scendere, anche perchè le speranze di vedere qualcosa dalla cima sono nulle.


Dopo il ripido iniziale, la bella cresta che corre sul nulla.


Procediamo ad andatura molto sostenuta, per toglierci da quassù il prima possibile, adesso che la visibilità è a pochi metri e sono arrivati vento e nevischio.


Senza punti di riferimento, i cento metri da risalire verso il Feekopf sembrano eterni. Nel biancore più totale, ogni pochi passi, mi sembra di vedere ombre o rocce che puntualmente non ci sono quando mi avvicino.
Il tratto roccioso, invece, ci richiede molti tempo ed energie, soprattutto nervose. Il percorso è obbligato, ma l'umidità delle rocce e la maggiore difficoltà dello scendere rispetto al salire, ci fanno perdere molti minuti.


Arrivati sulla traccia che porta all'Allalinhorn non ci resta che scendere, cercando di non finire in queste grosse voragini, color nebbia, tra le quali passiamo.


Ma dove mi stai portando Dani?


Messo piede sulle piste da sci resta solo più il fortissimo mal di testa d'alta quota, ormai una costante per me. Fortuna che a Visp, nel fondovalle, troviamo una Mac medicina, che mi rimette in forze.


Sotto il video che ho girato, cercando di spostare le ingombranti corde che avevo al collo. Non sempre sono stato attento...


Anche senza paesaggio abbiamo portato a casa la vetta. Peccato spendere tutte queste energie e anche soldi e non poter vedere l'ambiente maestoso in cui ci trovavamo.

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